20, Lug 2024
Guida alla creazione di una pagina Facebook aziendale
Guida alla Creazione di una Pagina Facebook Aziendale: Consigli e Gestione Professionale con JP Comunicazioni
Nell’era digitale, una presenza online robusta è essenziale per qualsiasi azienda che desideri crescere e mantenere una connessione diretta con i propri clienti. Facebook, con i suoi miliardi di utenti attivi mensili, rappresenta una delle piattaforme più efficaci per raggiungere questo obiettivo. In questa guida, esploreremo i passaggi necessari per creare una pagina Facebook aziendale e forniremo consigli sulla gestione della stessa, con un focus su come JP Comunicazioni può assistervi in questo processo.
Creare una Pagina Facebook Aziendale: Passo per Passo
- Accedi al tuo account Facebook personale
Per creare una pagina aziendale, devi avere un account Facebook personale. Questo non significa che le tue informazioni personali saranno visibili sulla pagina aziendale, ma è un requisito per la creazione e la gestione della pagina. - Vai alla sezione Pagine
Clicca sul menu a sinistra della tua homepage di Facebook e seleziona “Pagine”. Quindi, clicca su “Crea Pagina”. - Seleziona il tipo di pagina
Facebook ti chiederà di scegliere tra “Impresa o brand” e “Community o personaggio pubblico”. Se sei un’azienda, seleziona “Impresa o brand” e clicca su “Inizia”. - Inserisci le informazioni di base
Fornisci il nome della tua pagina e la categoria che meglio descrive la tua attività. Scegli con cura la categoria poiché influenzerà come gli utenti troveranno la tua pagina. - Aggiungi una foto del profilo e una foto di copertina
Usa il logo della tua azienda come foto del profilo e un’immagine rappresentativa (come la facciata del negozio o un prodotto) come foto di copertina. Le immagini dovrebbero essere di alta qualità e rappresentative della tua attività. - Completa la sezione Informazioni
Aggiungi una descrizione della tua azienda, i dettagli di contatto, il sito web e altre informazioni pertinenti. Questa sezione è cruciale per fornire ai clienti potenziali tutte le informazioni necessarie. - Crea il tuo primo post
Pubblica un contenuto di benvenuto o un post introduttivo per dare il via alla tua pagina. Questo può includere un messaggio di benvenuto, una promozione speciale o un’informazione importante riguardante la tua attività. - Invita amici e colleghi a mettere Mi piace alla tua pagina
Inizia a costruire la tua community invitando amici, familiari e colleghi a mettere “Mi piace” alla tua pagina e a condividerla.
Consigli per una Gestione Efficace
La creazione di una pagina Facebook aziendale è solo il primo passo. La gestione continua e l’ottimizzazione sono fondamentali per mantenere e far crescere la tua presenza online. Ecco alcuni consigli pratici:
- Posta regolarmente
Mantieni la tua pagina attiva pubblicando contenuti regolari, che possono includere aggiornamenti aziendali, promozioni, notizie del settore e contenuti coinvolgenti come foto e video. - Interagisci con il tuo pubblico
Rispondi ai commenti e ai messaggi in modo tempestivo. L’interazione con i clienti crea un senso di community e rafforza la fedeltà al marchio. - Usa gli strumenti di analisi
Utilizza Facebook Insights per monitorare le prestazioni della tua pagina. Questo strumento fornisce dati preziosi sul comportamento del tuo pubblico, aiutandoti a ottimizzare la tua strategia di contenuti. - Promuovi la tua pagina
Utilizza le opzioni pubblicitarie di Facebook per promuovere la tua pagina e raggiungere un pubblico più ampio. Le campagne pubblicitarie ben pianificate possono aumentare notevolmente la visibilità e l’engagement.
La Gestione Professionale con JP Comunicazioni
Affidarsi a professionisti del settore come JP Comunicazioni può fare la differenza nella gestione della tua pagina Facebook aziendale. JP Comunicazioni offre una gamma completa di servizi per aiutare le aziende a massimizzare il loro potenziale sui social media:
- Strategia di Contenuti
Creazione e gestione di un piano editoriale su misura, con contenuti che rispecchiano l’identità e gli obiettivi della tua azienda. - Gestione della Community
Interazione con i follower, gestione dei commenti e dei messaggi, e monitoraggio della reputazione online. - Campagne Pubblicitarie
Pianificazione e gestione di campagne pubblicitarie efficaci, con un focus su target specifici per ottimizzare il ROI. - Analisi e Reportistica
Monitoraggio delle performance e produzione di report dettagliati per misurare i risultati e migliorare continuamente la strategia.
In conclusione, creare e gestire una pagina Facebook aziendale richiede impegno e competenza. Collaborare con un’agenzia come JP Comunicazioni può aiutarti a navigare questo processo con successo, garantendo che la tua azienda non solo sia presente online, ma che prosperi in un mercato digitale sempre più competitivo.
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Curiosità
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- By admin
6, Lug 2024
La pubblicità nei canali regionali sardi: scarso coinvolgimento del pubblico
In un’epoca in cui la pubblicità rappresenta uno degli strumenti principali per le aziende per raggiungere i propri clienti, emerge una questione fondamentale: vale davvero la pena investire in pubblicità sui canali regionali della Sardegna?
Analizzando attentamente il livello di coinvolgimento del pubblico, la risposta sembra inclinare verso un netto “no”.
Il panorama dei canali regionali
I canali televisivi regionali dovrebbero svolgere un ruolo significativo nel mantenere vive le tradizioni culturali e linguistiche della Sardegna, offrendo contenuti specifici e locali che difficilmente trovano spazio nei media nazionali.
Tuttavia, quando si tratta di pubblicità, l’efficacia di questi canali è messa in discussione da vari fattori che contribuiscono a un coinvolgimento del pubblico estremamente basso, quasi nullo.
Basso coinvolgimento del pubblico
Uno dei principali problemi riscontrati è il basso coinvolgimento del pubblico, tranne l’emittente “Videolina”, che conserva ancora ottimi numeri, questo grazie alla buona qualità dei contenuti offerti, qualità che manca in tutte le altre emittenti.
Studi recenti hanno evidenziato come gli spettatori sardi tendano a preferire il web, i social e i canali nazionali per l’intrattenimento e l’informazione, lasciando i canali regionali con una quota di mercato irrisoria. Questo fenomeno si traduce in un’audience limitata e frammentata, che riduce significativamente l’impatto delle campagne pubblicitarie.
Motivi del disinteresse
Qualità dei Contenuti: Spesso i contenuti offerti dai canali regionali non riescono a competere in termini di qualità e varietà con quelli dei canali nazionali e internazionali. La mancanza di risorse e professionalità si riflette in programmazioni poco accattivanti.
Tecnologia e Accessibilità: L’avvento delle piattaforme di streaming e la diffusione di Internet hanno modificato le abitudini di consumo dei media. Molti spettatori preferiscono contenuti on-demand, riducendo ulteriormente il tempo dedicato alla televisione tradizionale, specialmente quella regionale.
Target Demografico Limitato: I canali regionali tendono a rivolgersi a un pubblico più anziano, meno incline a cambiare abitudini di visione ma anche meno interessante per la maggior parte di categorie di inserzionisti.
Implicazioni per gli inserzionisti
L’investimento in pubblicità sui canali regionali della Sardegna è un investimento sbagliato per diverse ragioni:
Ritorno sull’investimento (ROI): Il costo per raggiungere un pubblico ristretto e poco coinvolto può risultare sproporzionato rispetto ai benefici attesi. Le aziende non vedranno mai un incremento nelle vendite o nella notorietà del marchio, anche con un investimento ridotto da 100/200 euro, non si otterrà alcun ritorno.
Alternativa dei Social Media: Le piattaforme di social media offrono strumenti di targeting più precisi e costi spesso inferiori, con la possibilità di raggiungere un pubblico più ampio e diversificato, oltre a permettere interazioni dirette con i consumatori.
Adattamento dei contenuti: Gli inserzionisti devono spesso adattare i loro contenuti per renderli rilevanti per il pubblico locale, un processo che può richiedere ulteriori investimenti senza garantire un ritorno adeguato.
Conclusione
In conclusione, i canali regionali della Sardegna svolgono un ruolo cruciale nella preservazione della cultura locale, se non si desidera fare “beneficenza” alla TV regionale, essi non rappresentano un investimento pubblicitario vantaggioso.
La combinazione di un’audience ridotta, cambiamenti nelle abitudini di consumo e l’efficacia dei media digitali suggeriscono che gli inserzionisti dovrebbero scartare qualsiasi forma di pubblicità nelle tv regionali sarde, e considerare alternative più moderne (web e social) e mirate per le loro campagne pubblicitarie.
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Curiosità
18, Gen 2024
Disponibile il report Google sulle ricerche 2023 in Italia
Le ricerche 2023 in Italia
Google nel report annuale “Un Anno di Ricerche su Google in Italia”, rivela le tendenze di ricerca che hanno definito quest’anno. Il report non mostra i termini più cercati in assoluto, ma quelli con il maggiore aumento di ricerche nell’anno.
Tra gli argomenti più ricercati in Italia ci sono stati Jannik Sinner, Romelu Lukaku e Peppino di Capri, oltre a temi come il “Lutto nazionale”. Google ha anche rivelato anche le tendenze globali, con “The Beatles”, “Leonardo Da Vinci” e “Cristiano Ronaldo” al top delle ricerche mondiali.
Il report delle ricerche google è un dato molto importante per la gestione SEO.
Che cos’è la SEO?
Ovviamente è un acronimo inglese, perché figuriamoci se potevamo stare senza un acronimo inglese, SEO significa “Search engine optimisation”, molto semplicemente, ottimizzazione per i motori di ricerca.
Più nello specifico, come suggerisce il nome, possiamo definire la SEO come una serie di tecniche e di best practices che influenzano il modo in cui gli algoritmi dei motori di ricerca interpretano il contenuto di ogni singola pagina web e cercare poi migliorarne il posizionamento nei risultati di ricerca per una determinata keyword.
Come funziona la SEO?
Ci sono 3 fattori principali che condizionano la SEO:
Il primo è ovviamente l’utente, cioè la persona che naviga a Internet, il secondo sono i motori di ricerca quindi Google Bing e tutti gli altri, il terzo sono le persone come noi, come te che stai leggendo questo articolo, cioè persone che hanno un sito web e creano dei contenuti.
Facciamo un esempio facile per capirci al volo: quando una persona cerca su internet, ad esempio le migliori scarpe da calcetto, vogliono che Google mostri loro i risultati che abbiano più a che fare possibile con i termini che loro hanno cercato, quindi in poche parole la cosa principale è andare incontro alle esigenze dei clienti.
Ma come funziona esattamente questa cosa? In che modo arrivano i risultati migliori agli utenti?
Per raccogliere le informazioni da una pagina, i bot dei motori di ricerca scannerizzano l’intero sito web e creano un indice di ogni pagina che questo sito possiede, quando i bot finiscono questo processo entrano in gioco gli algoritmi, che valutano centinaia di fattori per determinare quali pagine dovrebbero apparire tra i risultati, ovviamente per una specifica ricerca e in quale specifica posizione dovrebbero appunto apparire.
Fare SEO sul nostro sito vuol dire cercare di far capire a Google che il nostro contenuto è quello migliore da far vedere all’utente per una determinata stringa di parole chiave.
Come si può migliorare la propria strategia seo?
Gli step per migliorare una strategia SEO possono essere davvero tanti, vi elenco quelli principali
Partiamo dalla prima basic, cioè ottimizzare il proprio sito. Il nostro sito deve funzionare bene, che cosa vuol dire questa cosa? Sul nostro sito non ci devono essere errori e la navigazione per i nostri utenti deve essere sempre il più fluida e veloce e ottimizzata possibile, quindi se io clicco un bottone e si apre dopo tre minuti, io sul sito non ci sto più. Idem con la velocità di caricamento, insomma il sito deve tecnicamente funzionare molto bene, e questo è il primo step, controllare se il sito funziona bene e se ci sono dei problemi o degli errori.
Io consiglio sempre Semrush, digiti il nome del tuo dominio e lui ti dice tutti gli errori che ci sono, da quelli più gravi a quelli meno gravi, in modo da poter andare a sistemare gli errori.
Dopo aver controllato se il nostro sito ok, dovremmo avere una mappa delle buyer persona come prossimo step.
Non possiamo vendere a tutti, dobbiamo avere un target ben preciso, vendiamo più alle donne o più agli uomini? A tutti e due? Giovani o anziani?
Dobbiamo avere tutte queste informazioni per cercare di creare contenuti targetizzati, che rispondono alle esigenze del nostro pubblico, altrimenti rischiamo di sparare nel mucchio e di guadagnarci molto poco, ricordatevi sempre che è sempre meglio vendere a 10 che sono interessati, piuttosto che proporre di vendere a mille e poi te ne compro solo uno.
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Curiosità
28, Set 2023
Come fare marketing sui social media nel modo giusto
Imparare a commercializzare la tua attività sui social media può aiutarti ad aumentare le vendite promuovendo al contempo il tuo brand. Il social media marketing è un modo economico ma efficace per raggiungere più persone su diverse piattaforme. Puoi attirare un pubblico più ampio attraverso i social media sviluppando contenuti di qualità.
Avere una presenza sui social media è d’obbligo. Non solo i tuoi clienti se lo aspettano, ma è anche un ottimo strumento per saperne di più sul tuo pubblico target e per entrare in contatto con le persone online. Con l’uso del social media marketing organico, puoi conoscere i tuoi follower e trovare modi migliori per promuovere i tuoi prodotti e servizi.
Tuttavia, puoi anche imparare a pubblicizzare una piccola impresa sui social media con un budget limitato in modo da raggiungere più potenziali clienti con i tuoi contenuti. Le piattaforme di social media offrono molte opzioni per raggiungere più clienti; spetta solo a te creare contenuti coinvolgenti che invoglino i potenziali clienti a saperne di più sulla tua attività e sul tuo brand.
Che cos’è il social media marketing?
Il social media marketing prevede l’utilizzo di piattaforme come Facebook, Instagram, Twitter, LinkedIn e TikTok per raggiungere efficacemente un pubblico più ampio e comunicare con i clienti. Il social media marketing è parte integrante di qualsiasi strategia di marketing per le piccole imprese e richiede un piano solido. I tuoi clienti si aspettano contenuti coinvolgenti e la possibilità di comunicare con te attraverso messaggi e commenti diretti.
Un marketing efficace sui social media per le piccole imprese ti offre l’opportunità unica di umanizzare il tuo brand e riportare il traffico sul tuo sito web. Con la pubblicità sui social media, puoi anche generare lead e vendite, aumentando al contempo la consapevolezza del brand. Molte piccole imprese utilizzano i social media anche per il servizio clienti, consentendo ai clienti l’invio di messaggi diretti per poter risolvere i problemi e rispondere alle domande.
Come commercializzare la tua attività sui social media
I social media sono parte integrante di qualsiasi strategia di marketing, ma possono scoraggiare i proprietari di piccole imprese che non hanno dimestichezza con piattaforme diverse. Per fortuna il social media marketing è abbastanza facile da imparare e non richiede troppo tempo o disponibilità economica. Puoi attuare una solida strategia di social media marketing con qualsiasi budget, purché tu conosca i tuoi clienti e crei regolarmente contenuti coinvolgenti. Ecco come promuovere la tua attività sui social media.
Identifica il tuo pubblico
Molte aziende commettono l’errore di cercare di raggiungere chiunque. Ma individuare e organizzare il proprio pubblico può aiutarti a inviare il messaggio giusto alle persone giuste e a raggiungere più efficacemente i tuoi obiettivi di marketing.
Si comincia con l’identificazione del proprio pubblico target. I dettagli su queste persone dovrebbero basarsi sui dati del pubblico che già possiedi e sulle tue ricerche di mercato.
Per trovare il tuo pubblico target:
–Raccogli i dati. Per raggiungere il tuo mercato di riferimento, devi conoscere le sue caratteristiche. È importante conoscere l’età, l’ubicazione e le modalità di coinvolgimento del tuo pubblico per poter fare marketing in modo efficace. Sebbene la raccolta di queste informazioni possa sembrare ardua, i software di gestione delle relazioni con la clientela memorizzano e ordinano questi dati e ne facilitano l’utilizzo.
–Usa gli strumenti di analisi dei social media. Molte piattaforme, come Facebook e Twitter, dispongono di strumenti di analisi integrati in grado di fornirti informazioni sui tuoi follower, tra cui l’orario e ilo luogo in cui postano e altri interessi. Inoltre, questi strumenti possono essere utilizzati gratuitamente con gli account aziendali.
–Tieni d’occhio la concorrenza. Conoscere la concorrenza ti darà indicazioni su come rivolgerti al tuo pubblico. Puoi osservare ciò che i tuoi concorrenti sbagliano per colmare eventuali lacune nella tua attuale strategia.
Una volta individuato il tuo pubblico target, è importante tenersi aggiornati sui suoi interessi e implementare una strategia di social listening per capirne i desideri e le esigenze.
Definisci i tuoi obiettivi e KPI
Per eccellere nel social media marketing, è importante definire degli obiettivi che guidino i tuoi sforzi. La strategia di obiettivi SMART fornisce un quadro utile per la creazione di obiettivi fondamentali e per il raggiungimento dei tuoi obiettivi generali.
SMART è l’acronimo di:
Specific (specifico): per misurare e raggiungere gli obiettivi, è importante essere chiari su ciò che si spera di ottenere. Ciò è particolarmente importante per coinvolgere il proprio team e lavorare insieme verso l’obiettivo. Un obiettivo specifico sui social media, ad esempio, potrebbe essere quello di aumentare i propri follower su Twitter del 20% in questo trimestre.
Measurable (misurabile): devi sapere con certezza se hai raggiunto il tuo obiettivo o meno. La misurazione lo rende possibile. Utilizzando metriche per monitorare i tuoi progressi, puoi anche modificare i tuoi obiettivi se necessario. Ad esempio, se scopri che i “Mi piace” e i “Segui” non portano al traffico del sito web, puoi cambiare la metrica in qualcosa che ti aiuti a raggiungere il tuo obiettivo.
Achievable (raggiungibile): tutti gli obiettivi devono essere alla portata della tua azienda. Se fissi obiettivi irragionevoli, rischi di scoraggiare i tuoi dipendenti e di creare attriti nel tuo piano aziendale. Quando fissi degli obiettivi specifici e misurabili, assicurati di modificarli se ti sembra di non riuscire a raggiungerli.Relevant (rilevante): i tuoi obiettivi di social media marketing devono essere collegati ai tuoi obiettivi aziendali più ampi. Ad esempio, se l’obiettivo dell’azienda è quello di far conoscere il tuo brand, potresti fissare l’obiettivo di far sì che 100 follower dei social media clicchino su un post per raggiungere una pagina di destinazione che descrive la tua offerta.
Timely (puntuale): per mantenerti diligente, gli obiettivi dovrebbero rientrare in un limite di tempo. Invece di fissare un obiettivo in un tempo indefinito nel prossimo futuro, assicurati di stabilire una scadenza specifica a cui attenerti per assicurarti di restare sul pezzo.
Nonostante il social media marketing abbia molte parti in movimento, gli obiettivi SMART danno un punto di partenza e rappresentano un mezzo per verificare e apportare modifiche se necessario.
Assegna le tue risorse con saggezza
Per le piccole imprese a corto di soldi e di tempo, a volte le attività sui social media vengono scaricate arbitrariamente su chiunque sia disponibile. Ma la gestione dei social media richiede competenze uniche, come ad esempio:
Pensiero strategico
Capacità organizzative
Competenze nel branding
Se ne hai la possibilità, assumere un esperto che si occupi dei social media può dare i suoi frutti. Ma se non hai il budget per un social media manager interno all’azienda, puoi comunque investire in pubblicità sulle piattaforme di social network, che possono aumentare la notorietà del marchio e ampliare il suo raggio d’azione.
Utilizza più piattaforme
Considera le varie piattaforme di social media che i tuoi clienti utilizzano quotidianamente. In definitiva, la tua strategia dovrebbe consentirti di raggiungere il maggior numero possibile di persone attraverso i social media. E non puoi certo farlo concentrandoti su una sola piattaforma.
Guarda al tuo pubblico, probabilmente molti usano Facebook, Instagram e TikTok durante il giorno, quindi, hai tre opportunità per raggiungerli con i tuoi contenuti. Tra le app di social media da conoscere ci sono sicuramente Instagram, Facebook, TikTok, LinkedIn e Twitter. Tuttavia, non è necessario investire in una strategia per tutte queste piattaforme. Considera piuttosto le applicazioni che i tuoi clienti probabilmente usano di più.
Pubblica regolarmente contenuti rilevanti
Per avere successo sui social media è necessario pubblicare con costanza contenuti interessanti e coinvolgenti. Ciò non solo contribuisce a far apparire affidabile la tua attività, ma dimostra anche che hai nozioni fresche da condividere e che ci tieni a conversare con i consumatori.
Le piattaforme di social media cambiano i loro algoritmi nel tempo, ma la regola di postare regolarmente rimane valida: questa pratica aiuta i tuoi contenuti a comparire nei newsfeed. Concentrandoti su contenuti coerenti e pertinenti, dimostrerai agli algoritmi che i tuoi post sono degni di comparire nei vari newsfeed e, di conseguenza, attirerai follower sulla tua pagina.
Interagisci con i follower
Gli utenti dei social media si divertono a interagire con i marchi. Di conseguenza i brand ottengono vantaggi quali:
Prova sociale della tua attività
Ampliamento del mercato
Incremento della notorietà del brand
Risparmio economico
L’opportunità di un elevato ritorno sull’investimento (ROI) è enorme: l’83% dei clienti dà importanza all’esperienza del cliente, inclusa l’interazione sui social media in cui le aziende fanno sentire il proprio pubblico considerato, ascoltato e compreso. I social media ti permettono di monitorare le conversazioni in tempo reale e di rispondere prontamente alle domande o ai dubbi del tuo pubblico.
Ciò può assumere diverse forme, come ad esempio:
Porre domande pertinenti alla tua offerta
Creare un gruppo Facebook per il tuo pubblico
Usare GIF, video ed emoji per rendere più vivaci i messaggi
Utilizzare gli strumenti della piattaforma, come Instagram Live, per avviare discussioni
Una buona strategia è quella di dedicare un’ora al giorno per comunicare con il tuo pubblico sui social media. Tuttavia, se vi sono questioni urgenti, dovresti sempre trovare il tempo di rispondere tempestivamente.
Rimani sempre professionale
È importante ricordare che quando, pubblichi sui social media, stai sempre rappresentando la tua azienda. Fin troppo spesso i post vengono estrapolati dal loro contesto, il che può portare a conflitti e a far indispettire i follower. Se le responsabilità dei social media sono affidate ad altri membri del personale, considera di redigere una policy sui social media per guidare i loro post e le loro conversazioni.
In genere, una politica standard sui social media comprende:
Aspettative chiare su cosa pubblicare
Istruzioni su come rispondere ai post negativi
Leggi e regole della piattaforma da rispettare
Considerazioni sul brand
Protocolli di sicurezza
Investendo su una politica per i social media, la tua azienda potrà essere pronta per qualsiasi scenario. È importante ricordare che la base della comunicazione sui social media è l’esecuzione della tua filosofia del servizio clienti.
Rifletti l’identità del tuo brand
L’identità del brand è ciò che aiuta le persone a entrare in contatto con la tua azienda e ti distingue dalla concorrenza. Ciò significa che tutto il marketing (inclusi la stampa, il digitale e i social media) deve essere coerente.
La coerenza del brand può essere una sfida per ogni azienda, soprattutto quando si è appena agli inizi. Ma è importante in tutti i canali, e questo include certamente i social media. Mentre stai scrivendo, devi pensare a:
Il modo in cui ti rivolgi ai tuoi clienti, altrimenti noto come voce del brand
Pubblicare contenuti visivi simili sulle varie piattaforme
Concentrati sui tuoi punti di forza.
Non solo un’identità coerente del brand renderà più facile sapere cosa postare, ma può anche contribuire ad aumentare la fedeltà al brand stesso.
Privilegia la qualità rispetto alla quantità
Invece di postare più volte al giorno su quante più piattaforme possibili, dovresti concentrarti sulla creazione di post coerenti e di qualità. Di fatto, alcuni siti di social media potrebbero penalizzare il tuo account e segnalarti per spam in caso di un numero eccessivo di post di bassa qualità. Inoltre, la pubblicazione di post potrebbe diventare eccessiva e problematica per chiunque gestisca i tuoi social media, che sia tu o un tuo collaboratore, e questo potrebbe finire per danneggiare la tua strategia anziché favorirla.
Per mitigare questi rischi, prendi in considerazione l’implementazione di un calendario relativo ai social media. Questi calendari possono aiutarti a pianificare i post in anticipo, assicurandoti di rimanere organizzato. Definire fattori come il momento in cui postare, le didascalie, i contenuti visivi e le piattaforme su cui postare possono aiutare gli esperti di marketing a tenere traccia delle varie parti in movimento dei social media.
Un altro modo per dare priorità ai post di qualità è quello di porsi le seguenti domande:
Questo contenuto è utile ai miei follower?
È originale?
È un’azione, un’ispirazione o un intrattenimento?
Hai citato le fonti dei contenuti, se necessario?
Tutte queste domande possono aiutare l’azienda a creare contenuti di qualità che coinvolgano e attirino i follower. Conoscere i migliori contenuti di social media da creare per ogni piattaforma è fondamentale per raggiungere più persone online.
Misura i tuoi risultati
Vi sono numerosi fattori che influenzano il social media marketing, ed è per questo che è importante analizzare e misurare i risultati. L’analisi è utile perché può favorire:
L’ottimizzazione delle campagne
La creazione di nuovi obiettivi
La valutazione delle metriche di tracciamento
Inoltre, dovrai pensare a come utilizzare al meglio ogni piattaforma in base all’obiettivo per cui è stata creata e ai contenuti che vi si adattano meglio:
Facebook offre streaming video di qualità (come le dirette) oltre a una piattaforma di messaggistica molto funzionale che permette ai brand di interagire con i propri follower individualmente.
Instagram supporta post più accattivanti dal punto di vista visivo e brevi video creativi.
YouTube è la soluzione migliore per i contenuti video informativi o di intrattenimento più lunghi.
Twitter consente conversazioni in tempo reale, aggiornamenti su notizie e avvisi.
LinkedIn è ideale per lunghi contenuti testuali, come i post di un blog.
Pinterest permette agli utenti di scoprire contenuti e si basa su immagini per catturare la loro attenzione.
A seconda della tua strategia sui social media, potresti renderti conto che non è necessario utilizzare YouTube se i tuoi utenti sono principalmente su Facebook. Se invece pensi di poter dire di più con le immagini che con le parole, allora Instagram potrebbe esserti più utile. Assicurati di ricercare la migliore strategia per ogni piattaforma che utilizzi per ottenere il massimo dai tuoi sforzi di social media marketing. Sebbene esistano molti consigli per far crescere la tua piccola impresa, i social media possono aiutarti a scoprire e a fidelizzare nuovi clienti.
Pubblica nei momenti migliori
Creare contenuti di qualità ti permette di raggiungere più persone e coinvolgere il pubblico. Tuttavia, se i tuoi clienti non sono attivi sui social media nei momenti in cui pubblichi, probabilmente non vedranno mai i tuoi contenuti. Puoi scoprire i momenti in cui il tuo pubblico è online guardando le analisi dei tuoi social media. Molti strumenti di social media management ti forniscono anche informazioni sui momenti migliori per pubblicare in base a quando i tuoi follower sono generalmente online. Puoi anche sperimentare pubblicando in diversi momenti della giornata per stabilire l’impatto sul coinvolgimento e sul raggio d’azione.
Vantaggi del marketing sui social media
Ogni piccola impresa dovrebbe investire nel social media marketing per promuovere la propria attività e aumentare la visibilità online. Ecco alcuni vantaggi del social media marketing:
È conveniente. Il social media marketing e le pubblicità sui social sono convenienti. Pubblicare contenuti in maniera organica ti costerà solo tempo. Eppure, sponsorizzare un’attività sui social media è una delle soluzioni pubblicitarie più convenienti disponibili per le piccole imprese. Puoi impostare un budget a partire da 1 dollaro al giorno su Facebook.
Garantisce maggiore esposizione. Fare marketing della tua attività sui social media ti consente di raggiungere più persone. I contenuti interessanti verranno probabilmente condivisi, facendo aumentare la tua visibilità online.
Aumenta la consapevolezza del brand. Poiché aumentano la visibilità online, i social media sono un ottimo strumento per rafforzare la consapevolezza del brand. In ogni caso, se vuoi sfruttare i social media per questo scopo, considera la possibilità di creare annunci pubblicitari che espandano il tuo raggio d’azione.
Genera traffico verso i siti web aziendali. Il social media marketing mira a generare traffico verso il tuo sito web, dove i clienti possono interagire, ad esempio compilando moduli o facendo acquisti.
Permette di offrire rapida assistenza ai clienti. I social media consentono di gestire le richieste di assistenza online da parte dei clienti in modo rapido e semplice. Quando ti inviano un messaggio direttamente sui social media, puoi rispondere alle domande in tempo reale. Ricorda: una risposta rapida migliora l’esperienza dell’utente con l’azienda.
Conferisce maggiore credibilità. Pubblicare contenuti coinvolgenti ed educativi aiuta ad aumentare la credibilità: i nuovi clienti capiranno che sei un leader di pensiero di cui possono fidarsi.
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Curiosità
27, Set 2023
GOOGLE compie 25 anni: Una storia di successo e di pubblicità
In questo arco di tempo l’azienda si è affermata come primo player pubblicitario mondiale. Ripercorriamo i momenti più importanti di questo percorso che oggi guarda con crescente attenzione all’intelligenza artificiale
Una storia di successo nata in un garage dalle menti di Larry Page e Sergey Brin. Oggi Google compie 25 anni e festeggia con un Doodle autocelebrativo. Un arco di tempo in cui l’azienda si è affermata come primo player pubblicitario mondiale, rivoluzionando la search e la pubblicità online, e arrivando oggi a focalizzare il suo impegno e i suoi investimenti sull’intelligenza artificiale.
Eppure, quando è stato lanciato, Google non era il primo motore di ricerca, ma ne esistevano di più noti come per esempio Altavista. In un breve periodo, però, il motore di ricerca si è affermato grazie a un algoritmo capace di esplorare la rete e indicizzare le pagine web a partire dal numero e dalla qualità dei link ricevuti. Il resto è storia: Google è diventato famoso per la sua indiscutibile capacità di aiutare le persone a raggiungere le informazioni desiderate in modo rapido e preciso, cambiando i nostri comportamenti ed entrando nel vocabolario comune. Una presenza capillare e diversificata che spazia da YouTube a Maps, fino a Gmail e Android e a tantissimi altri servizi di uso quotidiano.
Un percorso che poche altre aziende possono vantare e che abbiamo deciso di rivivere attraverso le principali tappe evolutive di Google, dalla nascita in un garage di Menlo Park fino agli ultimi sviluppi nel campo dell’Intelligenza artificiale.
GOOGLE, UN’EVOLUZIONE INARRESTABILE ALL’INSEGNA DELLA PUBBLICITÀ
1996: Google viene fondata in un garage da Larry Page e Sergey Brin. Inizialmente doveva chiamarsi “googol”, per richiamare la vastità del web, ma per un errore di trascrizione l’azienda assunse quella che è l’attuale denominazione.
2000: è l’anno in cui Big G ha lanciato il primo prodotto pubblicitario online self-service al mondo, AdWords, con cui ha iniziato a vendere i suo ben noti annunci associati a parole chiave di ricerca. Una rivoluzione per il mercato che solo nel primo anno ha generato 70 milioni di dollari di entrate pubblicitarie, coinvolgendo circa 350 spender.
2004: il 19 agosto Google sbarca sui listini del Nasdaq fissando il prezzo di una singola azione a 85 dollari. Oggi Alphabet, la holding che controlla Google, capitalizza circa 1,62 trilioni di dollari (nel 2005 il valore era di “soli” 52 miliardi di dollari).
2006: la Borsa permette a Google di reperire i capitali necessari per crescere attraverso acquisizioni. Il 2006 è l’anno di YouTube, un business oggi multi-miliardario grazie ad abbonamenti e pubblicità.
2007: è in quest’anno che Google compie un’acquisizione fondamentale, sborsando 3,1 miliardi di dollari per assicurarsi DoubleClick, tra i principali network per l’acquisto di pubblicità online divenuto presto un perno dell’offerta del colosso di Mountain View. È l’inizio dell’era cookie-based, destinata però a finire nel 2024.
2008: Google entra nel segmento browser con il lancio di Chrome, che oggi vanta una quota del 63,5% a livello mondiale (fonte Gs.Statcounter).
2011: c’è anche qualche incidente di percorso nella storia di Google. Si chiama Google+ ed è un social network lanciato dodici anni fa per competere con Facebook e Twitter. Verrà chiuso ad aprile del 2019.
2015: viene costituita Alphabet, holding di cui fanno parte Google e tutte le altre società create da Big G. Nello stesso anno viene rinnovato il logo aziendale.
2017: Google finisce sotto la lente d’ingrandimento delle autorità regolatorie europee. Dalla Commissione Ue arriva una maxi-multa da 2,7 miliardi di dollari per aver favorito i propri servizi di shopping. Seguiranno altri contenziosi e altre sanzioni.
2019: Google entra nel mercato dei videogame con Stadia. Il servizio verrà chiuso a gennaio di quest’anno.
2023: oggi Google è il primo player pubblicitario a livello globale. Basti pensare che nel secondo trimestre del 2023 ha generato 58,1 miliardi di dollari di raccolta pubblicitaria (+3,1%).
La search, il ramo di advertising legato al motore di ricerca, ha totalizzato entrate per 42,6 miliardi di dollari, con una crescita di quasi il 5%. I ricavi pubblicitari di YouTube, invece, sono aumentati del 4,4% a quota 7,67 miliardi.
Dati che permettono all’azienda di guidare la classifica degli operatori di digital advertising. Secondo Statista, infatti, nel 2023 la società assorbirà il 38% degli investimenti globali, staccando sul podio Meta (18%) e Amazon (7%). Oggi Google ha più di 70 uffici in 50 paesi.
GOOGLE, IL FUTURO SI TINGE CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Come saranno i prossimi 25 anni di Google? La direzione è nel segno dell’intelligenza artificiale, tanto a livello di servizi quanto di pubblicità. Su questa scia, il colosso statunitense ha infatti lanciato quest’anno Bard, un chatbot basato sull’intelligenza artificiale generativa e sull’apprendimento automatico creato sul modello LaMDA.
L’attenzione all’AI è stata confermata anche in una recente comunicazione ai dipendenti dal CEO Sundar Pichai in cui si leggeva che “nel corso del tempo, l’intelligenza artificiale rappresenterà il più grande cambiamento tecnologico a cui assisteremo nella nostra vita. È più grande del passaggio dal computer desktop al mobile e potrebbe essere più grande di Internet stessa. È un ricablaggio fondamentale della tecnologia e un incredibile acceleratore dell’ingegno umano. Rendere l’intelligenza artificiale più utile per tutti e implementarla in modo responsabile è il modo più importante con cui porteremo a termine la nostra missione per i prossimi 10 anni e oltre”.
Nel frattempo a maggio, Google ha annunciato nuove soluzioni per la pubblicità AI-powered.
Anche nel caso della pubblicità la strada è tracciata: l’AI è destinata ad avere un impatto sempre più rilevante sulla search e non solo. L’obiettivo potenziare e semplificare il lavoro dei brand, spaziando dalla creatività al targeting di una campagna fino alla sua scalabilità.
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Curiosità
26, Set 2023
Canali WhatsApp, seguire ciò che ti interessa in “riservatezza”
Oggi siamo felici di presentare i canali: un modo semplice, affidabile e privato per ricevere aggiornamenti importanti da persone e organizzazioni direttamente su WhatsApp.
Whatsapp sta implementando i canali in una nuova tab chiamata Aggiornamenti, dove troverai lo stato e i canali che scegli di seguire separati dalle chat con amici, familiari e community.
I canali sono uno strumento di trasmissione con cui gli amministratori possono inviare testo, foto, video, adesivi e sondaggi.
Per aiutare a scegliere i canali da seguire, hanno sviluppato una directory con possibilità di ricerche dove trovare hobby, squadre sportive, aggiornamenti di autorità locali e tanto altro. Puoi anche accedere a un canale tramite link d’invito ricevuti in chat, via e-mail o pubblicati online.
Whatsapp dichiara di aver sviluppato un servizio di trasmissione più privato disponibile, innanzitutto proteggendo le informazioni personali sia degli amministratori che dei follower. Se sei amministratore di un canale, il tuo numero di telefono e la tua immagine del profilo non verranno mostrati ai follower. Allo stesso modo, se segui un canale il tuo numero di telefono non verrà mostrato all’amministratore o agli altri follower. Chi decidi di seguire è una tua scelta ed è privata.
Così come avviene per i messaggi, anche gli aggiornamenti dei canali non devono durare per sempre. Per questo motivo, la cronologia dei canali resterà sui server per un massimo di 30 giorni e aggiungeranno funzioni per far sì che gli aggiornamenti smettano di essere visibili ancora prima nei dispositivi dei follower. Gli amministratori potranno anche bloccare gli screenshot e gli inoltri dal loro canale.
Infine, sarà consentito agli amministratori di decidere se rendere il proprio canale visibile nella directory o meno e chi potrà seguirlo.
I canali sono pensati per raggiungere un pubblico ampio, pertanto non sono crittografati end-to-end per impostazione predefinita. I canali crittografati end-to-end possono essere utili per un pubblico ristretto, come nel caso delle no profit o delle organizzazioni sanitarie.
Per il lancio dei canali, è stato scelto di collaborare con autorevoli voci internazionali e organizzazioni selezionate in Colombia e a Singapore. Qui i canali sono stati resi disponibili inizialmente per sviluppare e adattare l’esperienza, oltre a scoprire di più su questa funzione. A oggi, in Italia è presente, ma è in continuo sviluppo.
Naturalmente, le persone continueranno a usare WhatsApp per l’invio di messaggi privati tra amici, familiari e community, e questa sarà sempre la nostra priorità. La creazione dei canali è un passo importante che i nostri utenti ci chiedevano di fare da anni. Senza dubbio il momento giusto per introdurre uno strumento di trasmissione semplice, affidabile e privato.
Come creare un canale WhatsApp su Android
Se siete in possesso uno smartphone Android, potete creare un canale WhatsApp seguendo le seguenti indicazioni:
Aprite l’app WhatsApp
Recatevi sulla scheda Aggiornamenti
Toccate l’icona + (o equivalente) e selezionate la voce Nuovo canale
Toccate su Inizia e seguite le indicazioni visualizzate
Aggiungete un nome al canale per completare la creazione del vostro canale. Fatto questo, avrete anche la possibilità di personalizzare il canale aggiungendo una descrizione e un’icona
Infine, toccate su Crea canale per completare la procedura.
Come creare un canale Whatsapp su iPhone
Se siete in possesso un iPhone, potete creare un canale WhatsApp seguendo le seguenti indicazioni:
Aprite l’app WhatsApp
Recatevi sulla scheda Aggiornamenti
Toccate la voce Crea canale
Toccate su Inizia e seguite le indicazioni visualizzate
Aggiungete un nome al canale per completare la creazione del vostro canale. Fatto questo, avrete anche la possibilità di personalizzare il canale aggiungendo una descrizione e un’icona.
Al momento, non tutti gli account hanno la possibilità di creare un canale. Questa possibilità verrà estesa nei prossimi mesi.
Come trovare un canale WhatsApp
Sia su Android che su iPhone potete facilmente trovare e aggiungere nuovi canali. Vediamo come procedere:
Aprite l’app di WhatsApp
Toccate sulla scheda Aggiornamenti
Fate tap sul pulsante + e poi sulla voce Trova canali
Scegliete il canale a cui iscrivervi (potete anche usare il campo di ricerca posto in alto) facendo tap sul pulsante + posto di fianco ad esso.
Non ha funzionato?
Se queste indicazioni non hanno funzionato, si tratta di un fatto non dipendente dalla marca e dal modello del dispositivo, a volte è necessaria una breve attesa prima che una nuova funzione sia disponibile per tutti. Ti consigliamo di utilizzare sempre la versione più recente di Whatsapp che puoi trovare su Google Play o su App Store.
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Curiosità
18, Giu 2023
Cos’è la SEO e come funziona? Spiegata facile!
Ci sono ottime probabilità che se hai aperto questo articolo è perché avevi già sentito parlare di SEO, ma non hai capito benissimo di che cosa si tratti. Allora vediamo di capire meglio.
Parliamo di SEO, perché la SEO è una delle strategie di marketing digitale più importanti, se non la più importante, ma questo è discutibile, perché come sappiamo, ogni volta che una pagina viene messa su internet, i motori di ricerca, Google e tutti gli altri, indicizzano questa pagina per poi mostrarla nei risultati di ricerca degli utenti, ma il problema qual è?
Pagine come la nostra ce ne sono altri 10 miliardi, e dobbiamo spuntarla noi contro tutti per arrivare in cima a questi risultati di ricerca e farci trovare dei nostri nuovi potenziali clienti.
E’ proprio qui che si entra in gioco con la SEO. Partiamo proprio dalle basi e definiamo che cos’è la SEO.
Che cos’è la SEO?
Ovviamente è un acronimo inglese, perché figuriamoci se potevamo stare senza un acronimo inglese, SEO significa “Search engine optimisation”, molto semplicemente, ottimizzazione per i motori di ricerca.
Più nello specifico, come suggerisce il nome, possiamo definire la SEO come una serie di tecniche e di best practices che influenzano il modo in cui gli algoritmi dei motori di ricerca interpretano il contenuto di ogni singola pagina web e cercare poi migliorarne il posizionamento nei risultati di ricerca per una determinata keyword.
Come funziona la SEO?
Ci sono 3 fattori principali che condizionano la SEO:
Il primo è ovviamente l’utente, cioè la persona che naviga a Internet, il secondo sono i motori di ricerca quindi Google Bing e tutti gli altri, il terzo sono le persone come noi, come te che stai leggendo questo articolo, cioè persone che hanno un sito web e creano dei contenuti.
Facciamo un esempio facile per capirci al volo: quando una persona cerca su internet, ad esempio le migliori scarpe da calcetto, vogliono che Google mostri loro i risultati che abbiano più a che fare possibile con i termini che loro hanno cercato, quindi in poche parole la cosa principale è andare incontro alle esigenze dei clienti.
Ma come funziona esattamente questa cosa? In che modo arrivano i risultati migliori agli utenti?
Per raccogliere le informazioni da una pagina, i bot dei motori di ricerca scannerizzano l’intero sito web e creano un indice di ogni pagina che questo sito possiede, quando i bot finiscono questo processo entrano in gioco gli algoritmi, che valutano centinaia di fattori per determinare quali pagine dovrebbero apparire tra i risultati, ovviamente per una specifica ricerca e in quale specifica posizione dovrebbero appunto apparire.
Fare SEO sul nostro sito vuol dire cercare di far capire a Google che il nostro contenuto è quello migliore da far vedere all’utente per una determinata stringa di parole chiave.
Perché è importante la SEO?
E’ importante per una serie di motivi che non finiscono veramente mai, però io vi voglio elencare qui i principali 4, che sono quelli più importanti che fanno capire effettivamente a che cosa serve.
Aumentare traffico organico
l primo è aumentare il traffico organico, al contrario di tutte quelle robe a pagamento, la SEO porta traffico al nostro sito organicamente, cioè senza dover pagare Google o altri motori di ricerca per farci posizionare in alto, l’idea qual è? Se il nostro contenuto è bello e fatto bene, offre valore e probabilmente si troverà nelle posizioni più in alto di Google portando dei clienti in maniera assolutamente organica e quasi senza spendere, o meglio, senza spendere direttamente pagando Google per arrivare lì, ma pagando quelli che ti scrivono, o noi stessi che lavoriamo.
Generare più lead
Quindi l’aumento del traffico organico andrà generare più lead ovviamente, se il nostro sito è ben ottimizzato, è bello, è fatto bene, insomma, tutte le cose giuste.
Essendo noi in alto nei motori di ricerca quando una persona cercherà una nostra parola chiave, arriverà da noi, questo significa che noi avremo più lead, cioè più contatti per poter vendere i nostri prodotti o i nostri servizi.
Meglio facciamo SEO, meglio ottimizziamo il nostro sito e il nostro brand, più risultati arriveranno, non soltanto dei lead, cioè degli ottimi contatti, ma lead qualificati, cioè persone che sono esattamente nel nostro target e che vorranno esattamente comprare proprio quello che vendiamo noi, la conseguenza di questo è ovviamente aumentare le vendite.
Aumentare probabilità di vendita
E’ un circolo vizioso, sono tutte cose che sono conseguenza l’una dell’altra, avere tanti contatti, cioè tanti lead, vuol dire avere tante persone alle quali noi possiamo potenzialmente vendere. Ovvio che, se arrivano 10.000 persone sul nostro sito, non venderemo mai a tutte quelle 10.000, ma venderemo a 100/150, non importa quante di preciso, però l’idea è: tanti lead cioè fare tanta seo far arrivare tanti contatti, e cercare poi di vendere a quei contatti nel miglior modo possibile.
Immagine del brand
Ultimo punto, che è una conseguenza di tutti quegli altri tre, è che avremo un brand forte, cioè se tutti quelli che arrivano sul nostro sito sono contenti del sito, hanno ricevuto delle informazioni interessanti, hanno comprato i nostri prodotti, magari l’hanno detto agli amici, il nostro brand si rafforzerà e quindi noi diventeremo un punto di riferimento nel nostro mercato, nella nostra piccola nicchia dipende da quello che facciamo e avremo la possibilità di attirare ancora più persone.
Come si può migliorare la propria strategia seo?
Gli step per migliorare una strategia SEO possono essere davvero tanti, vi elenco quelli principali
Partiamo dalla prima basic, cioè ottimizzare il proprio sito. Il nostro sito deve funzionare bene, che cosa vuol dire questa cosa? Sul nostro sito non ci devono essere errori e la navigazione per i nostri utenti deve essere sempre il più fluida e veloce e ottimizzata possibile, quindi se io clicco un bottone e si apre dopo tre minuti, io sul sito non ci sto più. Idem con la velocità di caricamento, insomma il sito deve tecnicamente funzionare molto bene, e questo è il primo step, controllare se il sito funziona bene e se ci sono dei problemi o degli errori.
Io consiglio sempre Semrush, digiti il nome del tuo dominio e lui ti dice tutti gli errori che ci sono, da quelli più gravi a quelli meno gravi, in modo da poter andare a sistemare gli errori.
Dopo aver controllato se il nostro sito ok, dovremmo avere una mappa delle buyer persona come prossimo step.
Non possiamo vendere a tutti, dobbiamo avere un target ben preciso, vendiamo più alle donne o più agli uomini? A tutti e due? Giovani o anziani?
Dobbiamo avere tutte queste informazioni per cercare di creare contenuti targetizzati, che rispondono alle esigenze del nostro pubblico, altrimenti rischiamo di sparare nel mucchio e di guadagnarci molto poco, ricordatevi sempre che è sempre meglio vendere a 10 che sono interessati, piuttosto che proporre di vendere a mille e poi te ne compro solo uno.
Keyword research
Bisogna fare keyword research, cioè ricerca di parole chiave, questo è un altro argomento abbastanza gigantesco, l’idea è questa, dobbiamo sapere quali sono le parole chiave con le quali la gente ci cerca, perché altrimenti rischiamo di cercare di vendere a qualcuno che non è interessato a quello che proponiamo.
In base a quello che abbiamo scoperto dei dati, dobbiamo cercare di pensare a quali sono le parole chiave che loro potrebbero usare per cercare i nostri prodotti e servizi, in base quello, produrre appunto dei contenuti che creino valore e che trasmettano quello che facciamo noi, con il nostro brand, con la nostra azienda, ottimizzare e creare molto semplicemente.
Non possiamo andare avanti all’infinito a creare contenuti nuovi, di cui non ho mai parlato nessuno, è impossibile, tutti hanno già parlato di tutto, quindi creiamo dei contenuti nuovi e quelli vecchi che abbiamo creato li ottimizziamo, cerchiamo di rielaborarli, di dargli nuova vita, trasformandoli in altre cose, un post può diventare un video, un video può diventare un post sui social, un post sui social può diventare un’idea per una newsletter, insomma, cerchiamo di utilizzare tutti i contenuti che abbiamo e di riutilizzare anche quelli vecchi, senza che lasciar morire tutto e poi ce ne freghiamo delle robe che abbiamo fatto mesi fa.
Ottenere backlink
Ultimo, ma non meno importante, ottenere dei backlink da siti con alta autorità, difficile? Assolutamente sì, ma non impossibile.
La link building è un argomento particolarmente complicato e lo affronteremo in seguito.
L’idea è, creare dei contenuti talmente tanto validi, che anche gli altri siti vorranno averlo sul proprio sito, vorranno linkare al nostro contenuto per dare ancora più valore ai loro utenti, però questo é un lavoro molto duro, ma è molto importante, infatti è uno dei principali fattori di ranking per posizionarsi in alto sui motori di ricerca.
Penso di avervi fatto una panoramica abbastanza generale ma comprensiva di che cos’è la SEO, perché è importante e come si fa a ottimizzarla per la nostra strategia di marketing, se siete arrivati fino alla fine vi ringrazio tantissimo.
Buona SEO a tutti!
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Curiosità
8, Apr 2023
7 competenze di Marketing essenziali
Oggi parliamo di un argomento che ci sta particolarmente a cuore perché parliamo delle competenze che bisognerebbe avere secondo noi per fare il marketing digitale, e non solo.
Il mondo del Digital marketing lo sappiamo si è espanso in maniera esponenziale negli ultimi 10 anni, includendo una serie di competenze infinite, sono presenti tantissime cose dentro il marketing digitale, c’é SEO, c’è il designer, ci sono i contenuti, ci sono i video, ci sono i blog, ci sono i siti, c’è la tecnica, un sacco di roba da dire, ma in tutto questo mare di cose.
Quali sono secondo noi quelle più importanti, quelle che bisognerebbe avere a prescindere da tutto, vediamo oggi insieme le più importanti.
Ambizione
Iniziamo con il botto, in maniera controversa. L’ambizione in questo caso non è intesa come darwiniana, la legge del più forte, sono un leone che ti mangia altrimenti non sopravvivo, no, l’ambizione è intesa come sfida contro te stesso o te stessa.
Tra sei mesi, se continuo ad utilizzare le stesse strategie, le stesse tattiche, continuo a fare le stesse cose, produrre gli stessi contenuti, quello non andrà mai bene nel mondo del marketing di oggi, che sappiamo si evolve alla velocità della luce e anche forse un po’ più veloce, quindi l’ambizione è imparare sempre e non fermarsi mai, cercare sempre di capire che cosa sta succedendo nel mercato, quali sono i nuovi trend, cosa posso imparare di nuovo, quali competenze posso aggiungere al mio curriculum, cercare di migliorare sempre le mie strategie di marketing, renderle perfette per il mio pubblico di oggi, che ve lo dico già non sarà mai pubblico di tra 6 mesi.
La comunicazione
Comunicare è fondamentale!
La comunicazione con gli altri è la prima e forse anche l’unica cosa che conta, non importa che tu sia un freelancer, che tu sia un libero professionista con qualche collaboratore, che tu sia una grande azienda, che tu sei un colosso mondiale, nella vita non importa chi tu sia o cosa tu faccia, comunicare con gli altri è sempre la cosa più importante, devi capire come parlare al tuo pubblico, cosa sono le cose che funzionano meglio, comunicare con i tuoi collaboratori, con i tuoi fornitori, con il tuo mercato in generale, perché se non capisci come parlare alle persone, non c’è assolutamente modo di avere un successo che si possa definire davvero tale.
E’ importante, perché ti verrà richiesto in un certo momento della tua vita di presentare qualcosa a qualcuno, che sia magari andare ad un evento, proporre i tuoi risultati, cercare di proporre un nuovo lavoro a un nuovo cliente, in qualche modo bisognerà presentare dei dati, delle informazioni, e questo includerà anche in automatico il doverle presentare proprio fisicamente, se non sappiamo come farlo potrebbe essere un problema.
I dati
Una delle competenze più importanti é avere confidenza con i dati.
Circa 50 anni fa qualcuno disse questa famosissima frase, “metà della mia spesa pubblicitaria é sprecata, il problema è che non so quale metà”.
Oggi potrebbe non servire questa frase, perché abbiamo la fortuna di avere tantissimi dati a disposizione, ma il vero focus, non è capire quanti dati abbiamo, è imparare a leggere questi dati.
Gli specialisti del marketing digitale, devono essere a proprio agio nell’interpretazione dei dati e dei comportamenti degli utenti su larga scala, questa cosa infatti è ciò che consente agli esperti di marketing di essere agili e scaltri nell’adattare strategie, campagne, per essere sempre più performanti.
Tutto il marketing è basato sui dati, ci sono i dati e vanno utilizzati, i dati ci servono a collaborare con gli altri, ci servono a presentare a un potenziale cliente il tuo prodotto o la tua azienda, a chi si rivolge? da chi é seguita?
Tutte queste cose insieme sono il motivo per cui avrete o non avrete successo.
Imparare a “giocare” con gli altri
Imparare a giocare bene con gli altri é essenziale, non bisogna essere una squadra perché si lavora insieme, bisogna essere una squadra perché si lavora in sinergia l’uno con l’altro.
Non siamo un’isola e non siamo autonomi rispetto a tutto il resto che ci gira intorno, soprattutto nel mondo del marketing, tutto é collegato, è tutto un insieme, non possiamo fare tutto da soli, ognuno di noi sarà bravo in tante cose, ma non possiamo essere specializzati in tutte le cose.
Per questa ragione dobbiamo imparare ad avere sinergia con tutti gli altri che ci circondano, bisogna imparare a “giocare” anche con gli altri, anche quelli che non ci stanno simpatici, anche perché più un ambiente è diversificato, più funziona meglio, più avremo idee, più avremo creatività.
Senza confronto non andiamo da nessuna parte, è esattamente questo il motivo per cui collaborare con gli altri, non soltanto con gli altri del nostro team, ma con tutti le altre aziende.
Può essere un grande vantaggio, il rispetto degli altri, questa cosa in pochi hanno imparato a farla con intelligenza.
Conoscere tutto, ma specializzarsi in qualcosa
Essere un jolly di tutto, ma padrone di una specialità.
Siamo tutti bravi a fare delle cose, magari siamo bravi anche a farne tante, ma non siamo bravi a farle tutte, ed è proprio per quello che negli ultimi anni si è diffusa sempre di più questa idea di marketing orizzontale e verticale.
Marketing che orizzontalmente ha tante competenze diverse in diversi ambiti, quindi è importante avere tante competenze orizzontali in diversi campi, ma padroni di una specialità in modo verticale, avere quella capacità, che sappiamo fare bene solo noi, quindi, tante competenze orizzontali e una bella competenza verticale.
Capire la SEO
Capire la SEO, tra le competenze più importanti da avere per il content marketing la seconda è la SEO.
Risultati che provengono da oltre 10.000 offerte di lavoro di content marketing su Monster e Indeed che sono due colossi per la ricerca di lavoro in cinque paesi di tutto il mondo, ma perché alla fine così importante perché senza SEO non possiamo andare da nessuna parte.
Senza SEO non sapremo mai come si cercano i nostri potenziali clienti, non sapremo mai su quali parole lavorare, non sapremo mai che i contenuti creare, ed è per questo che è molto molto importante, anzi fondamentale, capirne l’importanza e capirne le basi fondamentali.
Raccontare la tua storia
Presentare la tua storia, creare empatia e curiosità con il tuo interlocutore, cliente o collaboratore.
Da anni si parla di storytelling, è importante per fare la differenza tra un prodotto che va e un prodotto che non va, un prodotto che ha una storia e un prodotto che non ce l’ha, si racconta una storia per rendere quell’azienda unica, riconoscibile tra le altre, questo per dare un senso al perché la gente dovrebbe comprare o servirsi della tua azienda, quali sono i benefici che ne trarranno.
I prodotti che vanno meglio sono anche quelli che hanno le recensioni migliori, quelli per cui le persone farebbero pazzie, ma non perché è bello, bella la confezione o altro, perché mi aiutano, perché mi fanno fare delle cose migliori di prima, perché mi migliorano l’organizzazione.
La storia di chi siamo, del perché facciamo, quello che facciamo, e come possiamo aiutare le persone, lo storytelling è diventato più importante nel marketing digitale e di qualsiasi altra cosa, perché il comportamento degli utenti online è diventato molto più sofisticato, una foresta di annunci, messaggi di prodotto, avere una storia riconoscibile può attrarre e ricostruire fedeltà al nostro marchio per tantissimo tempo.
I dati delle dashboard di Google analytics e Google console, possono raccontarti una storia, dimostrano perché il pubblico è stato coinvolto però magari poi se n’è andato, le opportunità per le storie sono ovunque. Sfruttate la vostra storia, perché è l’unica cosa che avete e che siete, perché fate quello che fate, senza usarla, vi perdete una grossa grossa fetta di mercato, perché non è vero che non interessa a nessuno, bisogna solo capire come raccontarlo nel modo migliore, impara, sperimenta e cresci nel marketing digitale.
Queste competenze di marketing, per noi sono quelle più importanti, sono quelle che contano di più, e forse vi sarete resi conto che non sono neanche tutte hard skills, anzi, la maggior parte sono soft skills, perché sono quelle che veramente ci legano come gruppo e in generale come brand e soprattutto fanno legare a noi tutti i nostri potenziali clienti.
15, Feb 2023
Cos’è un pubbliredazionale e quali sono i benefici per la tua azienda
Il Pubbliredazionale, uno strumento poco conosciuto, ma importante come pochi strumenti di marketing. I social e il web più in generale, hanno stravolto sia il mercato editoriale che quello pubblicitario.
Le aziende possono accedere molto più velocemente a un palcoscenico più ampio nel quale “esibirsi” e presentare la storia dell’azienda, mission e servizi e un pubblico notevolmente più numeroso in un tempo molto ristretto. Cosa fondamentale, “sparare” un flusso maggiore di informazioni e messaggi promozionali perfettamente targettizzati.
Se prima si faceva molta fatica e i mezzi erano limitati, oggi ci troviamo di fronte a un ventaglio di possibilità per emergere velocemente, rendersi appetibili e sfornare numeri importanti.
La fusione avvenuta tra giornali e pubblicità non è certamente nata oggi, ma il modo di comunicare é stato stravolto, per questo, essere persuasivi, raccontando la tua azienda in stile giornalistico, rappresenta oggi, il modo migliore di fare pubblicità senza fare pubblicità, cosa significa? Scoprilo subito.
Cos’è un pubbliredazionale
Quando si parla di pubbliredazionali, si parla molto semplicemente di articoli pubblicitari redatti in stile giornalistico (advertorial), la “tecnica” più utilizzata oggi per mettere in vetrina un’azienda o un prodotto.
Nati sulla carta stampata, ormai prossima alla pensione, oggi questi particolari articoli sono presenti sono sul web, in diversi spazi come blog, testate giornalistiche e riveste specializzate.
A differenza degli articoli redazionali, per la loro realizzazione è previsto un compenso, a seconda della portata della piattaforma che lo pubblica, i prezzi possono variare.
E’ opportuno avvalersi di un’agenzia specializzata in comunicazione per pianificare una strategia e scegliere le varie opportunità che offre.
Uno strumento potente
Chi ha compreso l’importanza di un pubbliredazionale ha la sensibilità commerciale giusta.
Lo scopo é quello di creare un contenuto soft, dal punto di vista pubblicitario, ma molto potente dal punto di vista comunicativo, un arma da utilizzare anche in termini di autorità dell’azienda.
Il copywriter svolge un ruolo importante, curerà il pezzo in modo tale che esso non sia una venerazione dell’azienda o un prodotto ma bensì un contenuto interessante e utile agli occhi del lettore.
Sono diverse le motivazioni per le quali puntare su questa particolare pubblicità online.
Comparire su siti web mirati aiuta ad avere delle referenze riscontrabili con un click, essere visibili e costruirsi una certa credibilità e reputazione.
Perché scegliere un pubbliredazionale
Le attività pubbliredazionali possono agire anche nell’ambito riguardante le implicazioni di natura etica all’interno della visione strategica d’impresa, questo può far riscontrare maggior consenso e favore sociale dimostrando interesse per temi di rilevanza pubblica.
Allo stesso modo possono essere impiegate per il lancio di un servizio, offerta o evento.
Rispetto al semplice messaggio pubblicitario, con slogan e video o immagine, il pubbliredazionale può approfondire il fulcro del messaggio che vogliamo mandare, argomentandone benefici e pregi.
Molte aziende si affidano a questo servizio per le seguenti ragioni:
- Promuovere un evento
- Ricezione di un premio o riconoscimento.
- Nuove iniziative
- Servizio innovativo
- Storia dell’azienda o di un imprenditore
- Lancio prodotto
- Beneficenza
Strategia comunicativa e condivisione
I pubbliredazionali possono essere facilmente condivisi con il pubblico social, nelle newsletter, e raggiungere una vasta cerchia di potenziali clienti che a loro volta condividono il contenuto grazie proprio al fatto che non si tratta di una semplice pubblicità, ma di fatto un contenuto interessante.
I link scelti per le citazioni all’interno dell’articolo, spingeranno i tuoi canali comunicativi aziendali, aumentando numeri e contatti.
Dove pubblicare
Per individuare il media adatto sul quale pubblicare é preferibile scegliere un professionista, la scelta viene determinata da diversi fattori.
Un’azienda che opera a livello locale opterà per giornali che trattano maggiormente i temi regionali, mentre altre con obiettivi più grandi punteranno su giornali a livello nazionale.
5, Feb 2023
I destinatari del Marketing
Il marketing può rivolgersi ai consumatori, e in questo caso si parla di marketing B2C, (business to consumer, “dall’impresa al consumatore”), spesso definito semplicemente marketing; oppure, può rivolgersi al mercato delle imprese, e in questo caso prende il nome di marketing industriale o marketing B2B, (business to business, “da impresa a impresa”).
Sono da citare anche il marketing dei servizi (compagnie aeree, catene alberghiere, ecc.) e il marketing istituzionale (fatto cioè da istituzioni). Di significato meno economico è il marketing politico, così come quello che le aziende riservano ai propri dipendenti e che viene comunemente definito, sebbene impropriamente, marketing B2E (business to employee, “da impresa a dipendente”).
Questa attività pertanto può fungere da “interfaccia” tra l’impresa e il contesto esterno (insieme al settore vendite, import/export, pubbliche relazioni e altri), osservandone il comportamento e presidiando, almeno in parte, i flussi informativi uscenti dall’impresa (voluti o non voluti), e incrementando le conoscenze provenienti dall’esterno; tra queste sono compresi i deboli segnali che consentono di comprendere, possibilmente in tempo utile, le modifiche al mercato che si realizzeranno in un prossimo futuro.
L’analisi della posizione competitiva dovrebbe essere diffusa nella direzione delle varie funzioni, ma spesso è lasciata al marketing, che utilizza modelli come le “5 forze di Porter” (teorizzate dal docente universitario statunitense Michael Porter), modelli analitici come la matrice del Boston Consulting Group o le 7S della McKinsey, le ricerche ed indagini di mercato e le segmentazioni del mercato.
Il marketing è inoltre volto alla creazione del valore per il cliente, e uno dei suoi scopi è creare un posizionamento della marca (brand) nella mente del consumatore attraverso tecniche di brand management. Le ultime tendenze sono volte allo studio del marketing esperienziale, che abbraccia la visione del consumo come esperienza, in cui il processo di acquisto si fonde con gli stimoli percettivi, sensoriali ed emozionali.
In ambito sanitario in senso lato, con l’espressione disease-mongering si indica l’utilizzo di particolari strategie di marketing, finalizzate all’introduzione di un protocollo terapeutico o nuove procedure diagnostico/terapeutiche o di un farmaco già pronto o prossimo all’immissione in commercio. Ciò attraverso una opportuna campagna di sensibilizzazione finalizzata all’introduzione di quadri clinici non strettamente patologici, per indurre il consumatore e/o paziente alla ricerca di una soluzione alle sue “presunte” malattie, che lo rendono comunque sofferente, allo scopo di generare nuovi mercati di potenziali pazienti.
I soggetti che normalmente beneficiano dall’utilizzo di queste strategie sono le aziende farmaceutiche, i medici e le loro organizzazioni professionali e quelle dei consumatori, gli oggetti di queste strategie sono i consumatori, gruppi particolari di pazienti o intere classi sociali.
5, Feb 2023
Marketing operativo
Il marketing operativo è la parte finale dell’intero processo di marketing, a monte del quale ci sono le fasi di marketing analitico e marketing strategico. La componente operativa (o tattica) del marketing ha il compito di realizzare concretamente le strategie definite nelle fasi precedenti.
Le caratteristiche del marketing operativo sono:
- orientamento all’azione
- opportunità esistenti
- ambiente stabile
- comportamento reattivo
- orizzonte a breve termine
- responsabilità della funzione di marketing.
Il marketing mix
La combinazione di strumenti operativi che un’impresa decide di utilizzare per il raggiungimento dei suoi obiettivi strategici è detta marketing mix.
Secondo un modello molto utilizzato, le componenti del marketing mix possono essere suddivise in quattro grandi categorie, dette le “quattro P”:
- le caratteristiche del prodotto o servizio progettato per soddisfare le esigenze di un determinato gruppo (segmento) di consumatori
- le politiche di prezzo adottate; il prezzo rappresenta il corrispettivo in denaro che il consumatore è disposto a pagare per fruire di un determinato bene o servizio.
- la distribuzione commerciale (placement), ovvero i canali attraverso cui l’impresa porta il prodotto ai diversi target di consumatori.
- le attività di comunicazione (promozione) attraverso cui l’azienda cerca di far conoscere e apprezzare la propria offerta.
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5, Feb 2023
Marketing strategico
Il marketing strategico si basa sull’analisi dei bisogni degli individui e delle organizzazioni.
Questo primo aspetto del processo di marketing riguarda anzitutto l’individuazione, all’interno del mercato di riferimento, dei prodotti-mercato e dei segmenti già esistenti o potenziali. Di questi il marketing strategico misura l’attrattività in termini quantitativi, qualitativi (con riferimento all’accessibilità al mercato) e dinamici (con riferimento alla durata economica che è rappresentata dal ciclo di vita del prodotto).
Tali operazioni consentono di scegliere una strategia di sviluppo che colga le opportunità esistenti sul mercato (rappresentate sostanzialmente da bisogni insoddisfatti) e che tenga conto delle risorse e competenze dell’impresa, offrendo alla stessa un potenziale di crescita e di redditività attraverso l’acquisizione e il mantenimento di un vantaggio competitivo.
Marketing strategico e gestione dell’innovazione sono due attività particolarmente interrelate. Per creare un team d’innovazione all’interno di un contesto aziendale, è necessario che questo sia correttamente amalgamato con altre funzioni aziendali, che vanno dal marketing strategico al team di ricerca e sviluppo a seconda delle finalità e dei compiti che lo stesso team deve portare a termine.
La figura di un Chief Marketing Officer (CMO) che inglobi sotto di sé un Innovation Team o singoli Product Manager, valutati anche sulla capacità d’innovazione e di creazione di nuove feature, è la soluzione capace di garantire i migliori risultati.
Alcuni dei più grandi e riconosciuti esperti mondiali di marketing strategico sono per esempio Michael Porter, Al Ries e Jack Trout.
5, Feb 2023
Marketing analitico
Il marketing analitico consiste in un insieme di tecniche e metodologie volte ad analizzare il mercato con metodi quantitativi (e in qualche misura dunque oggettivi), nella sua accezione più larga (dei clienti finali, o degli intermediari, ecc.) per mappare i desideri del cliente, o i suoi comportamenti, e per conoscere gli ambiti di mercato già eventualmente occupati dai rivali diretti e indiretti.
Il marketing analitico rappresenta dunque una della fasi di acquisizione della conoscenza, nell’ambito dei più generali processi di marketing.
La scelta di posizionamento d’offerta dell’impresa si compone di due elementi: un’analisi della concorrenza diretta o indiretta, esistente o potenziale, di mercato (ottica supply-based) e un’analisi della domanda al fine di costruire l’offerta in modo più adeguato alle esigenze della clientela (ottica demand-based).
Concorrenza
Per definire i confini dell’agone competitivo, è necessario cogliere l’esistenza di una serie di omogeneità tra le diverse imprese, sapendo che quanto più numerose ed importanti risultano essere tali omogeneità, tanto più due imprese condivideranno lo stesso territorio competitivo:
- omogeneità di natura tecnologica (tecnologie produttive di prodotto e processo impiegati dai soggetti-impresa);
- omogeneità di natura commerciale (tipologia dei processi di marketing e vendita legali allo specifico prodotto o servizio);
- omogeneità legate alla soddisfazione di uno stesso bisogno del consumatore, sia intermedio che finale;
- omogeneità legate ai materiali utilizzati nei processi produttivi, cioè componenti e semilavorati, per ciò che concerne i prodotti, o delle competenze intellettuali e professionali, per ciò che riguarda i servizi.
Indici di concentrazione
Un’analisi della struttura del settore fa riferimento al suo grado di concentrazione, vale a dire il numero di imprese operanti nel settore e, quindi, il potere di mercato che questi detengono.
Un primo indicatore del potere di mercato dell’impresa può essere dedotto dalla sua quota di mercato, che può essere:
- quota di mercato assoluta: definita come il rapporto tra il fatturato dell’impresa e il fatturato totale delle imprese appartenenti al dato settore;
- quota di mercato relativa: espressione del rapporto tra il fatturato dell’impresa e il fatturato della maggiore impresa concorrente.
Un altro strumento che permette di misurare con semplicità la concentrazione del mercato è rappresentato dalla curva di Lorenz. Essa pone in relazione sull’asse delle ascisse la percentuale cumulata del numero delle imprese e, sull’asse delle ordinate, la percentuale cumulata delle vendite (cioè la quota di mercato). Perciò, quando il settore sarà poco concentrato la curva tenderà ad avvicinarsi alla retta di equistribuzione, mentre nel caso opposto tenderà ad avvicinarsi alla retta di ABC.
Prospettiva dinamica del settore
I confini del settore non costituiscono una difesa intoccabile, né tanto meno sono immutabili: al contrario, essi sono oggi caratterizzati da uno spiccato dinamismo legato a vari fenomeni come la convergenza settoriale, l’ipercompetizione e la globalizzazione di vasti ambiti dell’economia. La visione allargata del settore comporta l’analisi di cinque forze competitive, di cui quattro esterne ed una interna, secondo il noto modello della concorrenza allargata proposto da Porter: concorrenti, potenziali entranti, fornitori, clienti e prodotti sostitutivi.
Il tenore competitivo dipenderà allora alle relazioni in atto con i mercati di fornitura e di sbocco, che influenzeranno il settore in relazione all’intensità dei poteri contrattuali relativi dei fornitori e dei clienti; dalla pressione competitiva che possono esercitare i concorrenti potenziali, la cui entrata nell’agone è frenata da barriere di natura finanziaria, commerciale, produttiva, istituzionale/legislativa che potranno comunque essere aggirate, presto o tardi; dall’esistenza di prodotti o servizi succedanei o perfetti sostituti, che competono con gli attori del settore in parola per la soddisfazione di un medesimo bisogno da parte della domanda.
5, Feb 2023
I 3 tipi di marketing
Il marketing (termine inglese, in italiano anche commercializzazione o mercatistica o mercatologia) è un ramo dell’economia che si occupa dello studio e descrizione di un mercato di riferimento, ed in generale dell’analisi dell’interazione del mercato e degli utenti di un’impresa.
Il termine deriva da market cui viene aggiunta la desinenza del gerundio per indicare la partecipazione attiva, cioè l’azione sul mercato stesso da parte delle imprese.
Diverse sono le definizioni possibili del marketing, a seconda del ruolo che nell’impresa viene chiamata a ricoprire in rapporto al ruolo strategico, al posizionamento dell’impresa nel suo ambito competitivo di mercato.
1 – Marketing analitico: studio del mercato, della clientela, dei concorrenti e della propria realtà aziendale;
2 – Marketing strategico: è un’attività di pianificazione, tradotta in pratica da un’impresa, per ottenere, pur privilegiando il cliente, la sua fidelizzazione e la collaborazione da parte di tutti gli attori del mercato.
3 – Marketing operativo: attiene invece a tutte quelle scelte che l’azienda pone in essere per raggiungere un obiettivo all’interno di una strategia.
4, Feb 2023
Brand management
La gestione del marchio (spesso indicata con la locuzione inglese brand management o branding) è l’applicazione delle tecniche di marketing a uno specifico prodotto, linea di prodotto o marca (brand). Lo scopo è aumentare il valore percepito da un consumatore rispetto a un prodotto, aumentando di riflesso il patrimonio di marca. Gli operatori del marketing vedono nella marca la “promessa” implicita di qualità che il cliente si aspetta dal prodotto, determinandone così l’acquisto nel futuro.
L’attività di gestione del marchio si occupa soprattutto dell’assemblaggio e del mantenimento di un mix di valori, sia tangibili che intangibili, che siano rilevanti per i consumatori e che distinguano significativamente e in maniera appropriata la marca di un produttore da quella di un altro.
Si considera che la gestione del marchio sia una disciplina nata alla Procter & Gamble come risultato di un famoso promemoria di Neil H. McElroy.
Sono definite marche di primo piano quelle che si adattano particolarmente bene all’ambiente e che perciò sopravvivono e prosperano[1]. Esse possono riguardare sia merci che servizi, riportando in modo generico il nome dell’impresa oppure essendo correlate ad uno specifico prodotto. L’elemento che le accomuna è quello di riguardare prodotti con prezzi competitivi, i quali offrono ai consumatori un buon livello qualitativo. In questo modo la marca funge da credibile forma di garanzia, permettendo al consumatore l’identificazione di prodotti in grado di offrire un sicuro valore aggiunto.
Una giusta gestione del marchio genera un aumento delle vendite, rendendo il prodotto più appetibile rispetto a quelli della concorrenza. Il patrimonio di marca è determinato dall’extra profitto che genera per l’impresa grazie all’utilizzo del marchio.